13 September 2022

Affitti brevi e Airbnb: boom degli affitti brevi

Nel presente articolo si passa ad analizzare le dinamiche relative al boom degli affitti brevi negli ultimi anni a scapito delle locazioni lunghe, emerso in virtù del rapporto tra gli affitti brevi ed airbnb.

 

Boom degli affitti brevi

Soprattutto nelle grandi città il boom degli affitti brevi ha letteralmente modificato il volto dei centri storici ed ha spaccato in due il mercato. E’ noto che il boom degli affitti brevi è avvantaggiato dalla flessibilità burocratica e dall’indubbia maggiore reddittività. Si ricordi che sono questi gli aspetti che hanno allontanato i proprietari di seconde case dalle tradizionali formule di contrattazione, ancorate al rischio di morosità e a normative vecchie da decenni.

L’impatto degli affitti brevi sul mercato e in particolar modo sui rispettivi competitors è evidente soprattutto nelle città turistiche ed ancor in di più in determinate zone di queste città, quali zone d’arte e universitarie. All’interno delle quali la domanda di affitti stabili da parte di coppie, famiglie, universitari rimane per lo più sguarnita. Il calo delle domande emerge dall’analisi di tre indicatori statistici molto importanti in seno al mercato immobiliare nazionale. A questo proposito si dica subito che su immobliare.it gli annunci con affittasi sono calati del 7% in particolar modo a Milano c’è stata una flessione dell’8%. All’abbassamento della domanda è corrisposto una lievitazione dei canoni, 7% Firenze e Bologna, 10% Milano. Inoltre si è constatato un abbassamento del17% dei tempi medi per locare un’abitazione.

Ad avvantaggiare la predominanza degli affitti brevi sul mercato è stato l’impatto del fenomeno airbnb. Sia nel caso della lievitazione dei canoni come pure dell’abbassamento della domanda dei contratti tradizionali, ha influito il rapporto tra affitti brevi e airbnb in ogni strategia di marketing. Si ricordi che le locazioni brevi non hanno l’obbligo di essere registrati, secondo la legge 34/2919, rimasta ad oggi inalterata, semplicemente vanno annotati su una banca dati, sulla quale poi si aggiunge un codice alfanumerico per ciascuna unità. E’ noto come tali aspetti creino un vantaggio sul mercato legato a variabili di carattere burocratico.

Tuttavia è giusto evidenziare quanto sia difficile fare calcoli definitivi in merito al mercato immobiliare. In virtù di un importante quota di sommerso, di fatto è noto che gli unici dati in nostro possesso sono relativi all’Entrate e attestano che gli affitti a lungo termine sono rimasti stabili dal 2015, 1, 4 milioni. Nella fattispecie sono diminuiti i tradizionali 4 più 4, 13%, mentre è cresciuto quello dei concordati 3+2 (+18%) e di quelli per studenti (+56,3%). Si evidenzia come i contratti concordati che sfruttano la cedolare secca al 10% sono una risposta all’emergenza abitativa.

Si consiglia di consultare per maggiori informazioni il nostro sito   www.easylife.house/contatti oppure di contattarci al numero +39 02 8995 4495, o se preferite scriveteci al seguente indirizzo info@easylife.house

Rapporto affitti brevi airbnb

La piattaforma di riferimento per le locuzioni turistiche e gli affitti brevi è airbnb, i numeri di airbnb sono emblematici, a Luglio erano circa 416 mili gli annunci sul portale, capaci di offrire oltre 1,8 milioni di posti letto. Altro elemento dal quale si deduce il boom degli affitti brevi sono i dati della finanza, o meglio la dichiarazione delle finanza. Da questi emerge che i locatori che hanno dichiarato la cedolare secca al 21% si sono quadruplicati dal 2011 al 2018. Chiaramente non si sa se tutti abbiano affittato per un per un periodo inferiore ai trenta giorni. Ma è logico e sensato pensare che sia così.

La rendita di una locazione breve dipende dalla città e in particolar modo dalla sua posizione. Ad esempio un quadrilocale di pregio di circa 160 metri quadri al centro di Milano può produrre fino a 75 mila euro l’anno, mentre un bilocale arriva fino a 30 mila. Il vantaggio legato alla rendita degli affitti brevi, secondo le statistiche in nostro possesso si fa sentire anche in altre città: la redditività è superiore del 207% a Matera, del 60% a Siena, del 100% a Treviso e del 200% a Padova, sia in centro che in periferia. Si evidenzia come sulle locazioni a lunga scadenza, inoltre, gravi anche la responsabilità, per il locatore, di pagare canoni non percepiti, e un impegno più duraturo nel tempo sulla propria locazione. Quindi si nota come da una parte vi sia la richiesta di una maggiore flessibilità e la precarietà degli inquilini, dall’altro una normativa estremamente rigida.

Fin qui si è analizzata la situazione nelle grandi città. Si passi ai piccoli borghi dove si può constatare una situazione completamente rovesciata. La maggior parte dei proprietari dei 5,7 milioni di case, che il fisco definisce abitazioni messe a disposizione, nei piccoli borghi, non riesce a trovare né inquilini né compratori. In tutto ciò però è noto come gli stessi proprietari continuino a pagare l’IMU e la Tasi su valori catastali obsoleti, con tax rate completamente sproporzionato rispetto a quello supportato dai proprietari degli immobili nelle metropoli.

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