06 September 2022

Affitti brevi e imposta di soggiorno: Airbnb dal 2022 riscuote l’imposta di soggiorno

Si passi ad analizzare nel presente articolo il ruolo dell’imposta di soggiorno nell’ambito degli affitti brevi. Dal 10 Novembre 2022 l’imposta di soggiorno viene raccolta da Airbnb

Affitti brevi ed imposta di soggiorno

L’imposta di soggiorno è una tassa che si applica agli affitti brevi di grande rilevanza. Basti pensare che Roma, prima del covid, ricavava 153 milioni di euro di contributo di soggiorni versato dai soli turisti. Sempre nel 2019, Milano arrivava a 59 milioni, Firenze quasi 44, Venezia 36 e Bologna 10,5.

La tassa di soggiorno sugli affitti brevi è una tassa alla quale tiene molto l’amministrazione comunale dal momento che ogni notte non dichiarata le fa perdere qualcosa. Il costo dell’imposta cambia da città a città, in base a variabili quali la lunghezza della durata del soggiorno, la presenza di bambini, il tipo di struttura all’interno della quale si alloggia.

E’ noto che già prima del 2022, per molti comuni, era il portale airbnb a riscuotere l’imposta di soggiorno per gli affitti brevi. E già prima del 2020 le intese siglate a livello locale erano 24 e includevano – oltre ai cinque centri citati in precedenza – Torino, Napoli, Catania, Genova, Palermo e altre località turistiche da Lecce a Golfo Aranci, da Siena a Rimini. In seguito l’accordo siglato tra Airbnb e l’Anci ha permesso di aggiungere a queste città altre 91.

Nel 2021 gli incassi degli Enti locali sono tornati a crescere, ma rimanendo sempre sotto il livello del periodo precedente alla pandemia. E ad oggi, nello specifico in pieno periodo 2022 il trend continua ad essere in aumento.

Per ciò che concerne la tassa di soggiorno riscossa da Airbnb nell’ambito degli affitti brevi, si potrebbe, già quest’anno, addirittura battere il record del 2019, quando il portale riversò ai Comuni oltre 22 milioni di euro. Si dica a tal proposito che già nell’Aprile di quest’ anno le notti prenotate sul portale Airbnb erano in aumento del 30% rispetto al periodo pre pandemia.

La novità è che a partire da quest’ anno l’imposta di soggiorno dovrà essere dichiarata all’agenzia delle entrate. Il decreto Semplificazioni ha però spostato la scadenza iniziale dal 30 giugno al 30 settembre prossimo, per un adempimento che secondo diversi operatori “duplica” il contenuto delle comunicazioni già previste nei confronti di altre istituzioni (dal Comune all’Istat al portale Alloggiati Web delle questure).

Si consiglia di consultare per maggiori informazioni il nostro sito   www.easylife.house/contatti oppure di contattarci al numero +39 02 8995 4495, o se preferite scriveteci al seguente indirizzo info@easylife.house

Dal 2022 Airbnb riscuote per intero l’imposta di soggiorno

Il 10 Novembre Airbnb ha annunciato che: raccoglierà l’imposta di soggiorno in tutta Italia; occupandosi direttamente del versamento per gli affitti brevi,  per gli host e i comuni che ne faranno richiesta. La riscossione avverrà attraverso l’utilizzo di strumenti digitali.  Attenzione va prestata al fatto che per gli affitti brevi, inoltre, Airbnb si occuperà anche del riversamento direttamente ai Comuni o Enti che aderiranno al programma. Tutto ciò sarà possibile a condizione che il comune o l’ente si registrino ad un portale dedicato.

Secondo i dati IFELANCI in Italia ci sono oltre 1100 enti che hanno istituito l’imposta di soggiorno. Il numero è notevolmente aumentato di recente, per un riversato che nel 2019 è stato di 604 milioni di euro, di cui 298 nelle prime 10 destinazioni turistiche e 117 nella sola Roma (dati elaborazione Fondazione IFEL ANCI per la Finanza Locale su dati Siope e BDAP). E’ noto però che in base alla legge i comuni che hanno la facoltà sono oltre 6000.

L’effetto di riscossione da parte di Airbnb sull’imposta di soggiorno è stato quello di semplificare di molto la procedura a tal fine e di conseguenza aumentare il riversato. Si dica, a tal proposito, che nel 2019 il riversato deducibile da Airbnb è stato di oltre 22 milioni di euro. Aver affidato ad Airbnb l’onere di riscuotere l’imposta di soggiorno per tutti i comuni ha facilitato tutta la procedura nel senso che ha permesso di ovviare all’enorme problema di dover ogni volta stipulare convenzioni con ogni singolo comune. Ne consegue, soprattutto nel periodo post pandemia, che ha rivoluzionato il turismo, che tutta la procedura risulti più semplice ed agevole per le amministrazioni, gli host e gli ospiti. In termini globali e mondiali, il riversato di Airbnb per la tassa di soggiorno è pari a 4 miliardi di dollari, in Italia tale espansione è in forte aumento, un aumento che per il futuro si prospetta possa essere senza precedenti.

La digitalizzazione e la semplificazione della procedura relativa alla riscossione dell’imposta di soggiorno risulta essere il primo passo per verso lo scopo di riuscire a creare un turismo sostenibile. A tal proposito sono in atto una serie di proposte per favorire ed accelerare la ripresa del settore, tra le quali si voglia ricordare:  registrazione obbligatoria, ovvero pubblicazione sulle piattaforme digitali solamente di annunci provvisti di codice identificativo; Data sharing, la condivisione dei dati degli host alle autorità a fini amministrativi e fiscali; Promozione turistica, iniziative congiunte con gli enti di promozione turistica per rilanciare l’Italia e i suoi territori come destinazione, facendo leva sui trend del turismo post-pandemia (es. Smart working e soggiorni a lungo termine, nomadi digitali); collaborazioni già avviate, il protocollo con il Comune di Milano per la promozione dei contratti di locazione abitativa ad uso transitorio e con il Comune di Firenze per promuovere le Esperienze locali autentiche; buon vicinato, strumenti digitali per garantire la sicurezza e la tranquillità tanto dei residenti quanto degli ospiti.

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