19 December 2022

Airbnb a Torino: tutto ciò che c’è da sapere sul mercato degli affitti brevi

Nel presente articolo si passi ad analizzare l’impatto di Airbnb a Torino, e del mercato degli affitti brevi nel capoluogo piemontese. E’ noto che nel post covid v’è stata una crescita notevole di questo segmento di mercato

 

Airbnb Torino: affitti brevi nel post covid

Dopo lo stop del covid è tornato a crescere il mercato degli affitti brevi a Torino. Gli appartamenti a disposizione dei turisti a partire dal 2022 sono arrivati 4645 contro i 3000 del 2017. In cinque anni all’incirca si è avuta una crescita del 64%. Si ricordi che questi sono numeri che sono stati forniti dall’associazione Host Torino. Il covid ha avuto un impatto negativo su tutto il settore legato all’ospitalità, compresa quella extra alberghiera. E’ noto che gli annunci sui principali portali on line del settore erano scesi a 2535. Su Airbnb Torino il numero degli annunci e richieste di affitti brevi è tornato a crescere vistosamente.

Rispetto ai principali competitor in termini d prezzi Torino risulta una città molto favorevole. E’ noto sulla base dei dati ricavati dall’analisi di Airbnb a Torino che una notte in un appartamento completamente ammobiliato, mediamente oscilla sulle 74 euro, contro le 109 euro di Milano. E’ ancora noto che i prezzi risultino più alti anche a Bologna ed a Genova. In termini di prezzi per singola notte Napoli eguaglia Torino, sebbene la città partenopea risulta più favorevole in termini di guadagni mensili. E’ noto che gli Host partenopei incassano 1244 euro contro i 979 di quelli Torinesi. Tutto ciò in quanto la capitale campana genera maggiore attrattiva da un punto di vista turistico, e questo crea un maggiore afflusso durante tutto l’anno di ospiti degli alloggi da destinare agli affitti brevi.

L’associazione host di Torino ha messo in evidenza come ci sia ancora molto da lavorare sulla questione del codice identificativo, dal momento che risulta di fatto una normativa regionale. Ogni struttura e le case vacanze presenti a Torino da destinare ad affitto breve dovrebbero avere un proprio CIR sugli annunci pubblicitari presenti sulle piattaforme on line sulle quali viengono pubblicizzate. Il CIR viene fornito direttamente dalla regione al fine di contraddistinguere ogni alloggio.

Risulta però che su un campione di 318 annunci su Airbnb per le zone di San Salvario e Vanchiglia, solo nel 22% era presente. Per risolvere la problematica del codice identificativo, si è pensato ad una partnership con il comune di Torino per la formazione degli Host, ovvero la creazione di uno sportello di orientamento da affidare agli Host Italia sul modello di ciò che è stato fatto a Milano. Altra richiesta, una revisione dell’imposta di soggiorno e delle sue modalità di riscossione. Temi che verranno approfonditi prossimamente, riguardando peraltro molteplici assessorati della Città di Torino.

A Settembre una delegazione dell’associazione Host Italia e della community di Airbnb è stata ricevuta in III commissione per esaminare la situazione del settore degli alloggi che, a Torino, offrono locazioni brevi o turistiche. Nel caso degli affitti brevi, a differenza degli affitti turistici è noto che non c’è bisogno del contratto registrato. Infatti nel caso degli affitti brevi si tratta di un affitto di durata massima di trenta giorni e il contratto è stipulabile anche da residenti, per motivi di lavoro, quarantena, traslochi e simili. Dall’esame effettuato risulta che, nel caso specifico di Torino l’incasso medio mensile per la gestione di un affitto breve è di circa 1000 euro al mese.

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