26 May 2025

TAR Lazio - addio al riconoscimento de visu per gli affitti brevi – tutto quello da sapere

Introduzione

Il 13 maggio 2025 il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter) ha definitivamente accolto il ricorso della Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera (FA.R.E.), annullando la circolare del Ministero dell’Interno del 18 novembre 2024 (prot. 0038138), che reintroduceva l’obbligo del riconoscimento “de visu” per gli ospiti degli affitti brevi. Questa decisione segna una svolta per la digitalizzazione del settore e la semplificazione degli adempimenti.

Contesto normativo

  • Art. 109 TULPS: dal 2011, a seguito del D.L. n. 201/2011 (art. 40), è stato semplificato l’obbligo di comunicazione degli alloggiati, eliminando la raccolta “de visu” e affidandosi al portale Alloggiati Web (decreti del 7 gennaio 2013 e 16 settembre 2021).

  • Regolamento UE eIDAS 2.0 (UE 1183/2024): riconosce piena validità alle procedure di identificazione elettronica, uniformandosi agli standard europei.

  • Circolare 18 novembre 2024 (prot. 0038138): introduceva l’obbligo per i gestori di “verificare de visu” la corrispondenza tra documento e ospite, ritenendo insufficienti i sistemi di check-in da remoto.

La circolare del 18 novembre 2024

La circolare impugnata disponeva che tutte le strutture ricettive per affitti brevi dovessero:

  1. Controllare fisicamente i documenti d’identità degli ospiti al momento del check-in.

  2. Scartare ogni procedura di verifica remota non supportata da riconoscimento in presenza.

  3. Comunicare alla Questura i nominativi rilevati per ciascuna prenotazione.

Le principali censure avanzate

FA.R.E. ha mosso plurime censure, tra cui:

  • Violazione dell’art. 109 TULPS e del D.L. n. 201/2011, in quanto la circolare reintroduceva un onere abrogato nel 2011.

  • Eccesso di potere e carenza di istruttoria, per mancata valutazione delle procedure alternative di identificazione.

  • Violazione del principio di proporzionalità (art. 3 e 97 Cost.), non essendo dimostrato che il check-in in presenza migliori davvero la sicurezza.

  • Disparità di trattamento rispetto ad altre categorie (es. noleggio auto), non giustificata da dati concreti.

  • Violazione del principio di riserva di legge: la circolare introduceva nuove fattispecie sanzionatorie non previste da norma primaria.

  • Contrasto alle direttive UE (servizi nel mercato interno, TFUE, Carta dei diritti fondamentali).

Le motivazioni della sentenza

  1. Contrasto con la riduzione degli adempimenti
    La circolare ignorava la riforma del 2011, che aveva eliminato l’obbligo di raccolta “de visu” e introdotto unicamente la comunicazione tramite portale.

  2. Inefficacia del riconoscimento in presenza
    Il controllo “de visu” non esclude il rischio che le chiavi vengano cedute a terzi dopo l’identificazione, vanificando la finalità di sicurezza.

  3. Mancanza di adeguata istruttoria e dati
    L’atto si limitava a menzionare il Giubileo 2025 e generiche “tensioni internazionali”, senza fornire statistiche o analisi dell’impatto reale.

  4. Violazione del principio di riserva di legge
    L’atto amministrativo andava oltre la competenza del Ministero, istituendo sanzioni non previste da legge primaria.

Esito e implicazioni pratiche

  • Accoglimento del ricorso e annullamento della circolare.

  • Condanna alle spese di giudizio: 2.000 € oltre oneri di legge.

  • Ritorno al check-in remoto: le piattaforme possono continuare a utilizzare procedure digitali conformi all’art. 109 TULPS e ai decreti attuativi.

  • Semplificazione e riduzione dei costi: gli operatori non sosterranno spese aggiuntive per l’identificazione in presenza.

  • Certezza normativa: maggior chiarezza per investimenti in soluzioni tecnologiche.

FAQ rapida

Posso tornare a usare il check-in online?
Sì, la sentenza conferma la validità delle procedure telematiche previste dal portale Alloggiati Web.

Qual è il ruolo delle Questure ora?
Resta l’obbligo di comunicazione delle generalità, ma non più del controllo fisico al momento del check-in.

Serve modificare i contratti di locazione breve?
Non è necessario, a meno che non includano clausole che impongono espressamente il riconoscimento “de visu”.
 

Questa sentenza del TAR Lazio segna una svolta nella digitalizzazione degli affitti brevi, bilanciando sicurezza pubblica e semplificazione amministrativa. Operatori e piattaforme possono guardare al futuro con maggiore certezza normativa: l’era del check-in digitale è ufficialmente confermata.

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